Genere: Generale, Sentimentale
Personaggi: Aalis Ageha, Akihsen
Pairing: Akihsen/Aalis
Disclaimer: Tutta roba mia e della mia testolina, pertanto qualsiasi somiglianza con persone realmente esistenti (se presente ma non credo proprio) è completamente casuale e non voluta.
Il
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landedifandom.
Wordcount: 951 (FiumiDiParole)
(*)
glossario«Ahio, che male! Fa' piano».
Akihsen mi scoccò un'occhiataccia mentre cercava di svincolarsi dalla presa della mia mano.
«Non fare il bambino, è solo del disinfettante» obiettai io, strusciandogli con un grosso batuffolo lo sfregio che gli attraversava il braccio sinistro lungo tutto il lato esterno. Il sangue gli colava da alcuni punti dove la ferita appariva più profonda, mentre in generale il taglio era ricoperto di sangue rappreso.
«Ma fa male. La ferita è recente!» protestò Akihsen in tono capriccioso.
«Avresti dovuto disinfettarla prima. Se non usi del disinfettante efficace è inutile» replicai io in tono deciso. Non ero abituato ad impersonare la parte del maggiore e dovevo ammettere che la sensazione che provavo in quel momento era di estraniamento nei confronti del mio ruolo.
Erano due giorni che non ci vedevamo, fin da quando ci eravamo separati per andare a combattere gli invasori di Xehrse. Avevo attraversato praticamente tutta la "zona interdetta" in cerca di soldati nemici e ne avevo trovati diversi. Li avevo combattuti e sconfitti, riportando solo un taglio superficiale al fianco dovuto ad un proiettile che avevo deviato male con la magia. Avevo sbagliato solo due lettere eppure ero quasi finito ammazzato. Akihsen per fortuna non era a conoscenza del fatto, altrimenti non avrebbe più finito di rimproverarmi.
Avevo passato un giorno e mezzo fuori di casa, in mezzo al fango controllato dalla perenne paura di essere colto alla sprovvista e finire ammazzato.
Quando ero rincasato, stravolto ed affamato, avevo trovato la porta di casa con una mano rossa sopra e gocce di sangue che decoravano il pavimento.
All'interno, mezzo sdraiato sul tavolo messo in un angolo del monolocale dove vivevo, in uno stato di semi-incoscienza, avevo trovato Akihsen ferito.
Aveva cercato di ridurre la sensazione di dolore bevendo del Rishin* che aveva trovato nel mio portavivande, anche se la sbronza che si era preso era svanita quella mattina stessa lasciandogli un'emicrania acuta che adesso per fortuna si era parecchio affievolita.
Non avevo ancora capito come si era procurato un taglio del genere e lui non sembrava intenzionato a dirmelo, pertanto avevo deciso di accantonare l'argomento.
Akihsen strinse i denti, digrignandoli senza proferir parola.
«È inutile fare così, tanto non smetto» gli riferii, asportando un ...
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