1. Per colpa di una telefonata
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    Ludwig/Friedrich
    By Fiamma Drakon il 31 Mar. 2015
     
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    Genere: Sentimentale, Slice of life
    Personaggi: Friedrich Schmidt, Ludwig Übermensch
    Pairing: Ludwig Übermensch/Friedrich Schmidt
    Prompt: 17. Esplosione devastante @ 500themes_ita
    Disclaimer: Tutta roba mia e della mia testolina, pertanto qualsiasi somiglianza con persone realmente esistenti (se presente ma non credo proprio) è completamente casuale e non voluta.
    Wordcount: 1739 (FiumiDiParole)


    Mancavano solo un paio d'ore prima dell'inizio del suo turno di lavoro notturno presso il bar dove lavorava eppure Ludwig indossava ancora la tuta da ginnastica che usava al posto del pigiama e non pareva intenzionato a lasciare il suo divano-letto quella sera.
    Stava guardando la tv avvolto nelle coperte - nel suo minuscolo appartamento la sera faceva dannatamente freddo - e tutt'attorno aveva collezionato i resti di merendine e snack che aveva mangiato nel pomeriggio, accompagnati da bibite gassate in lattina.
    In viso recava un'espressione piuttosto malinconica e ogni tanto cacciava un sonoro sbuffo, come se fosse costretto ad una grande sofferenza da sopportare in silenzio.
    Il fatto era che quella mattina aveva litigato con il suo fidanzato Friedrich a causa di una sua telefonata giunta in un momento poco opportuno: il suo partner frequentava l'università ed era per mantenersi che lavorava al bar con lui.
    Quella mattina l'aveva chiamato proprio mentre era a lezione ed il suo telefono aveva squillato a volume alto perché - non aspettandosi alcuna chiamata ed avendo dovuto per di più uscire di casa presto dopo aver dormito pochissime ore - si era dimenticato di spegnere la suoneria.
    Quando Friedrich l'aveva richiamato aveva inveito contro di lui riversandogli addosso tutta la sua frustrazione e la sua vergogna, accusandolo di essere - tra le altre cose - un'egoista che pensa solamente a se stesso senza prestare minimamente attenzione a quella che era la vita di chi gli stava intorno.
    Ludwig non aveva neanche avuto modo di scusarsi, perché Schmidt aveva riattaccato il telefono subito dopo quel suo anomalo sfogo; così il suo desiderio di far pace si era tramutato in un momento in ripicca per quel trattamento assolutamente ingiusto nei suoi confronti.
    Non sapeva che lui avesse lezione quella mattina.
    Quella notte avrebbero avuto una concomitanza nell'orario di lavoro e avrebbero potuto chiarirsi; tuttavia, Ludwig non era intenzionato a farlo - anzi, proprio non voleva vederlo. Sarà anche stato un atteggiamento capriccioso, ma adesso Friedrich avrebbe dovuto impegnarsi un po' di più per farsi perdonare.
    Per questo aveva chiamato il locale chiedendo di poter essere sostituito da qualcuno perché non si sentiva bene. Il permesso gli era stato accordato senza troppi problemi.
    «Adesso voglio proprio vedere che fa...» rifletté a voce alta, aprendo un'ennesima lattina e tracannando buona parte del contenuto.
    Un brivido lo scosse da capo a piedi, strappandogli un'imprecazione a mezza voce.
    «Stupido riscaldamento rotto» borbottò mentre suo malgrado si toglieva le coperte e scendeva.
    Il pavimento era freddo sotto i suoi piedi nudi ma il suo desiderio di andare a prendere uno - o anche più - plaid in cui avvolgersi era più forte.
    Rapidamente corse all'armadio dove li teneva riposti e ne prese un paio, tornando in fretta al suo divano-letto.
    Stese i plaid sopra le coperte e vi si nascose sotto, quindi tornò a guardare la tv, anche se dopo pochi minuti si addormentò profondamente.
    Sognò di scoparsi Friedrich impedendogli di raggiungere l'orgasmo per vendicarsi della sfuriata telefonica. Nonostante fosse arrabbiato con lui il suo corpo era così caldo e accogliente e i suoi mugolii di protesta talmente osceni da farlo eccitare sempre di più.
    Se lo sarebbe scopato per ore con estremo piacere solo per sentirlo godere e soffrire ancora e ancora; invece venne svegliato dal trillare del campanello della porta.
    Lentamente aprì gli occhi e sbatté le palpebre, confuso e disorientato, fissando lo schermo della tv ancora acceso: si era addormentato all'improvviso...? Non se ne era neppure accorto.
    Affondò di nuovo il viso nel cuscino e mugolò in una lingua incomprensibile.
    Il campanello suonò di nuovo, stavolta più a lungo, spingendolo finalmente a tirarsi su.
    «Chi è a quest'ora...?» ringhiò stropicciandosi gli occhi.
    Scendendo dal divano-letto si accorse che non si era eccitato solo mentalmente nel sonno, ma anche fisicamente: nonostante il tessuto della tuta fosse piuttosto spesso, era palese il rigonfiamento tra le sue gambe.
    Emise un verso stizzito e scosse la testa per svegliarsi un po' prima di andare ad aprire.
    «Oh, finalmente!» fu il primo commento che il suo ospite si lasciò sfuggire non appena Übermensch aprì la porta.
    Quest'ultimo rimase momentaneamente spiazzato nel trovarsi di fronte nientemeno che Friedrich.
    Il suo cipiglio corrucciato si trasformò di colpo in uno ridicolmente imbarazzato: di tutte le cose che si aspettava da lui l'ultima era di certo che si presentasse a casa sua, quella sera stessa per giunta.
    «Friedrich...?» esclamò come se non riuscisse a credere ai suoi occhi.
    Schmidt si strinse nelle larghe spalle ed affondò il viso nell'enorme sciarpa bordeaux di lana che portava avvolta attorno al collo.
    «Mi fai entrare o rimaniamo a parlare qui?» chiese con sollecitudine, girando lo sguardo intorno a sé. Sembrava impaziente di potersi riparare dal gelo dell'androne.
    A quella richiesta Ludwig si fece da parte automaticamente, permettendo così al suo partner di entrare.
    «Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a lavoro?» indagò mentre Friedrich lo superava.
    Quest'ultimo posò la busta di plastica che reggeva in mano su mobiletto e si tolse la sciarpa e la giacca, appendendo entrambi all'attaccapanni dietro la porta prima di rispondere: «Avevo già chiesto un cambio di turno per stasera perché avevo bisogno di un po' di tempo extra per occuparmi degli esami del semestre... te l'ho anche detto qualche giorno fa».
    Non sembrava arrabbiato adesso. Dal suo tono di voce pareva piuttosto essere rassegnato.
    Ludwig lo guardò mentre arrossiva imbarazzato: non ricordava davvero quel particolare. Sarebbe potuto andare a lavoro quella sera senza doversi preoccupare di niente.
    «A-aah...» disse in tono leggermente incrinato per la vergogna «Perché sei qui allora? Se hai preso la serata libera per studiare...».
    «Dopo quello che è successo stamani ho pensato di venire a parlarti al locale, ma quando sono arrivato mi hanno detto che ti eri dato malato» spiegò Friedrich interrompendolo «E non preoccuparti per lo studio. Mi sono portato avanti questa mattina prima del turno pomeridiano».
    Übermensch intrecciò le braccia sul petto, cercando di riacquisire almeno una parvenza di autocontrollo.
    «Che cos'altro volevi dirmi?» domandò in tono alterato.
    Schmidt comprendeva in pieno il motivo di tanta rabbia ed in fondo era d'accordo con lui: si era comportato malissimo nei suoi confronti.
    In un estremo tentativo di alleggerire il clima di forte tensione che si era creato tra di loro Friedrich abbozzò un sorriso e chiese: «Hai già cenato?».
    L'altro assunse un cipiglio perplesso mentre realizzava che in effetti, un po' per la rabbia e un po' per la merenda discreta di quel pomeriggio - si era addormentato senza aver cenato.
    «Uhm... no...» ammise.
    Lo sguardo del suo compagno si illuminò.
    «Allora facciamo che io parlo e tu mi ascolti mentre mangi?» propose sollevando la busta che aveva portato.
    Nel muoverla Ludwig udì distintamente il rumore di oggetti in plastica che sbattevano tra loro.
    Friedrich era un cuoco provetto, al contrario di lui, e spesso e volentieri quando aveva tempo da dedicare alla cucina gli portava del cibo preparato in casa, molto più salutare della roba congelata o avanzata che mangiava quasi ogni giorno.
    Si meravigliò che avesse trovato il tempo e la voglia di cucinargli qualcosa dopo il loro acceso litigio; ciononostante, non si pose neppure per un istante il problema di rifiutare il suo cibo.
    «D'accordo» concesse, seguendolo alla volta della cucina.
    Friedrich ormai era diventato un vero conoscitore della sua cucina. Era come se quella stanza fosse un'appendice staccata da casa sua.
    Ludwig si accomodò a tavola in silenzio, osservando il suo compagno mentre toglieva dalla busta una discreta quantità di contenitori in plastica contenenti un po' di tutto.
    Il padrone di casa era allibito: non ricordava di avergli mai visto portare così tanta roba diversa tutta in una sola volta.
    «Wow, quante cose!» esclamò allungando una mano a prendere una scatola, curioso di esaminarne in dettaglio il contenuto.
    Friedrich gliela sottrasse prontamente di mano.
    «Dammi il tempo di riscaldarle e poi potrai mangiare tutto» lo rimproverò bonariamente.
    Ludwig si addossò allo schienale della sedia e rimase in paziente attesa, sbadigliando di quando in quando.
    Friedrich, da bravo cuoco quale era, si applicò perché la cena - nonostante la separazione tra preparazione e cottura definitiva - risultasse la migliore possibile.
    Mise tutto nei piatti, abbinando ciò che aveva preparato per essere combinato insieme curando persino l'aspetto estetico del piatto nonostante fosse consapevole del fatto che Ludwig avrebbe mangiato senza soffermarsi più di tanto a guardare il cibo.
    Quando portò in tavola il pasto, il padrone di casa rinnovò il suo stupore per il numero di pietanze - essenzialmente secondi piatti - che si trovò dinanzi.
    I numerosi e diversi piatti compensavano il fatto che singolarmente le porzioni fossero un po' misere.
    «Be', che aspetti? Mangia» lo esortò Friedrich, accomodandosi sulla sedia dirimpetto alla sua.
    Ludwig non si fece di certo pregare e cominciò a mangiare, complimentandosi come al solito per le sue eccelse doti culinarie.
    Schmidt apprezzò i complimenti e mentre il suo partner aveva la bocca piena di cibo ne approfittò per parlare senza essere interrotto: «Scusami per stamani, Ludwig...».
    Quest'ultimo deglutì il grosso boccone prima di dire: «C'era davvero bisogno di essere così rude? Non mi hai neanche lasciato il tempo di scusarmi!».
    L'altro abbassò per un momento lo sguardo, a disagio.
    «Sì, lo so... mi dispiace. Ultimamente sono piuttosto nervoso per via degli esami, delle lezioni... non avrei dovuto trattarti così male» ammise alzando di nuovo gli occhi.
    Ludwig attese di aver inghiottito qualche altro boccone prima di replicare: «Quando sei nervoso lo sai che scopare ti fa bene».
    Sorrise sporgendosi leggermente sopra il tavolo nella sua direzione.
    «E io sono sempre disponibile per te» soggiunse «Soprattutto stanotte che nessuno di noi ha il turno...».
    L'altro rise. Era tipico di Ludwig prendere le cose così alla leggera. D'altra parte, se non fosse stato così sarebbe stato schiacciato dalla sua vita precaria che dipendeva unicamente da piccolo stipendio che riscuoteva dal locale.
    «Non lo so... è tutto così caotico ultimamente...!» borbottò Schmidt.
    «Ah be', allora non ci rimane che provare!» esclamò Übermensch alzandosi di scatto in piedi portando su anche il piatto.
    Il fatto che gli stesse proponendo di scopare senza il minimo pudore probabilmente significava che era stato perdonato e di questo Friedrich era più che felice visto che era andato lì appositamente per quello.
    «D'accordo» rispose annuendo e sorridendogli «Però prima finisci di cenare».
    Ludwig annuì a sua volta, riprendendo a mangiare con più foga di prima, ansioso di poter scopare con Friedrich per suggellare definitivamente il suo perdono.
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