Genere: Introspettivo, Generale
Personaggi: Claude Blackrow, Pierre Demoony
Pairing: Claude/Pierre (one-sided)
Prompt: Orgoglio per la seconda settimana del COW-T @
maridichallengeDisclaimer: Tutta roba mia e della mia testolina, pertanto qualsiasi somiglianza con persone realmente esistenti (se presente ma non credo proprio) è completamente casuale e non voluta.
Wordcount: 1737 (FiumiDiParole)
Se c’era un termine che poteva definire nel suo complesso Pierre Demoony, Claude Blackrow non aveva il minimo dubbio su quale fosse:
orgoglio.
Pierre era la persona più orgogliosa che avesse mai visto o conosciuto - anzi,
il vampiro.
Era orgoglioso di essere una creatura della notte, di possedere quella che veniva comunemente definita “personalità multipla”, di essere parte dell’Organizzazione... di essere
omosessuale - già, ed indovinate un po’ chi aveva già puntato?
Non c’era niente di se stesso di cui si vergognasse. Più volte Claude si era ritrovato a domandarsi quante altre persone esistessero al mondo come lui, senza mai riuscire a trovare risposta a tale quesito.
In un certo senso era ammirevole: subiva tutte le critiche possibili ed immaginabili circa il suo lavoro non sempre perfetto - anzi, quasi mai - e sul suo comportamento non sempre ineccepibile, ma guai a chi si azzardasse a criticare il suo essere: il giorno dopo avrebbe potuto trovarsi con una clavicola fracassata, nel migliore dei casi.
Mentre Claude giaceva languidamente sul letto dell’infermeria, con una bella ferita sanguinolenta che gli attraversava trasversalmente tutto il torace, Pierre gli stava seduto proprio accanto, almanaccando con una provetta di medie dimensioni.
La lesione bruciava ed emetteva, oltre che linfa scarlatta, anche uno schifoso liquido viola che mandava l’odore caratteristico della carne putrefatta.
Una cosa
vomitevole.
«Claude, l’odore del tuo sangue è così
inebriante, sai?» esclamò il vampiro, girandosi a guardare il ferito, la coda di capelli ramati che gli ondeggiava sulla schiena.
«Potresti fare quel che devi senza tanti preamboli? Se devi succhiarmi via il veleno, fallo: non mi sento davvero in vena di chiacchiere, così conciato» replicò Claude in tono stanco.
L’ultima cosa che voleva, in quel momento, era proprio far salotto. Lui aveva solo bisogno di qualcuno che gli togliesse il veleno e gli fasciasse la ferita, così che potesse poi tornare alle sue occupazioni.
L’altro si leccò le labbra in modo tutt’altro che civile.
«Subito».
Gli occhi blu scuro di Pierre scintillarono come zaffiri, mentre schiudeva le labbra, facendo uscire allo scoperto le lunghe zanne, affilate, luccicanti e minacciose.
Claude serrò gli occhi e girò la testa dalla parte opposta, aspettando l’inevitabile contatto: non gli piaceva affatto essere usato come piet...
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