Genere: Fluff, Slice of life
Personaggi: Adrien Benôit, André Benôit, Jean Seçarieu, Mathieu De Montrès
Pairing: Jean/Mathieu
Disclaimer: Tutta roba mia e della mia testolina, pertanto qualsiasi somiglianza con persone realmente esistenti (se presente ma non credo proprio) è completamente casuale e non voluta.
Wordcount: 1826 (FiumiDiParole)
Un acuto
grooowl giunse all'udito ben sviluppato di Jean Seçarieu nell'attimo in cui passò davanti alla grossa porta a doppi battenti oltre la quale si trovava la sala della musica.
Il giovane aveva capelli color sabbia, corti e simili ad un cespuglietto di irti rovi ed occhi azzurri sormontati da sopracciglia folte ma ben curate nonostante la sua condizione di servo della casa nobiliare dei De Montrès.
Aveva una corporatura snella e slanciata caratterizzata da spalle larghe ed arti particolarmente lunghi e potenti.
Si fermò davanti alla porta, in ascolto. Il rumore si ripeté una seconda volta, ma più a lungo.
Con un sorriso di vago trionfo, aprì uno dei due battenti ed entrò.
Il grosso lampadario in cristallo che pendeva dal soffitto era acceso e le candele riversavano il loro tremulo riverbero giallo-arancio - amplificato dalla struttura di cristallo - nell'intera stanza.
Quest'ultima era piena di strumenti musicali: innumerevoli bassi di svariate dimensioni erano ordinatamente appoggiate lungo la parete a sinistra di Jean, mentre i violini e i flauti occupavano la parete destra.
In mezzo alla sala c'era un immenso pianoforte a coda nero, il gioiello della casa.
Seduto sul panchetto innanzi ad esso, abbandonato sul coperchio dei tasti, c'era un ragazzo coi capelli color mogano raccolti da un nastrino blu in un codino sulla nuca, la pelle chiarissima ed elegantemente vestito con un paio di pantaloni al ginocchio marroni ed una giacca dello stesso colore.
Le gambe - leggermente aperte per consentirgli di star meglio piegato in avanti - erano rivestite da un paio di calze bianche che terminavano in un paio di scarpe laccate nere con un centimetro circa di tacco quadrato.
«Mathieu...?» chiamò Jean, avvicinandosi di qualche passo a lui.
Per tutta risposta udì un nuovo e più forte
grooowl.
Mathieu sollevò la testa e poi il busto, guardando confusamente nella direzione della porta, stringendo gli occhi.
Con il cambiamento di posizione si riuscì a vedere cosa indossava sotto la giacca, ossia una camicia bianca con sopra un gilet marroncino ed un plastron bianco di pizzo annodato sotto il colletto inamidato della camicia. Il tessuto era così vaporoso da stargli sollevato sopra la parte di torace che il gilet non riusciva a coprire.
«Jean...?» chiese con voce incerta.
Quest'ultimo sospirò, esasperato ma paziente.
«Dove li hai lasciati gli occhiali?» domandò: Mathieu De Montrès era dannatamente miope senza i suoi occhiali da vista, ed il fatto che non prestasse attenzione ...
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