Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico, Slice of life
Personaggi: Seraph Rodewald, Theoderich Heimbrecht
Pairing: Seraph/Theoderich
Disclaimer: Tutta roba mia e della mia testolina, pertanto qualsiasi somiglianza con persone realmente esistenti (se presente ma non credo proprio) è completamente casuale e non voluta.
Wordcount: 1787 (FiumiDiParole)
Theoderich si addossò contro lo schienale della sedia, sospirando soddisfatto, chiudendo gli occhi.
«Ah, sono pieno...!» esclamò, battendosi piano una mano sulla pancia.
Anche se non l'avesse detto, i piatti vuoti innanzi a lui parlavano decisamente chiaro in merito.
Seraph, seduto dirimpetto a lui, ancora non riusciva a credere alla mole di cibo che aveva mangiato. Se avesse dovuto fare un confronto, la cena di quella sera era come un pasto per tre persone - e lui aveva mangiato per una sola persona.
Rodewald osservò il compagno: i capelli - abbastanza lunghi, neri ed ondulati con la divisa dal lato sinistro - erano leggermente spostati all'indietro per la posizione della testa - reclinata appena sul bordo dello schienale.
La camicia viola che indossava gli stava un po' larga e gli cadeva sbilenca su una spalla.
«Be', sono contento che la cena ti sia piaciuta...» esclamò Seraph con il suo forte accento misto d'inglese e tedesco: quella sera gli aveva preparato gli spaghetti alla carbonara, che erano spariti dalla zuppiera nel giro di mezz'ora.
Theoderich si leccò le labbra, come se stesse assaporando di nuovo il pasto.
«Gli spaghetti erano così buoniii...!» commentò, sognante.
Al lato della bocca - notò l’altro - aveva del sugo rimasto della pasta.
Seraph sorrise, pettinandosi all'indietro i capelli biondi simili a fiamme vive che gli stavano dritti in aria - un movimento che faceva spesso.
Prese con l'altra mano il suo tovagliolo e, alzandosi, si avvicinò al moro.
«Hai del sugo sulla bocca» constatò, posandogli appena il tovagliolo sulla pelle.
Rimase così per qualche momento, poi lo sollevò e leccò il sugo, posando in seguito le labbra sulle sue.
Lo baciò, assaporando di nuovo il sapore del sugo alla carbonara che s'era tanto prodigato a preparare nel pomeriggio, ma l'altro non diede minimamente segno di replica, come se non l'avesse nemmeno sentito.
Il biondo rialzò la testa ed osservò bene il viso del moro. Solo allora s'accorse che quest’ultimo si era effettivamente addormentato: la testa ciondolava inerte con il collo appoggiato contro il bordo dello schienale e la bocca si apriva e chiudeva al ritmo dei suoi respiri.
Era arrivato il momento del "riposino" dopo il pasto.
Seraph sospirò, sconfortato: avrebbe dovuto portarlo di nuovo lui in camera.
«Ehi, Theoderich...» tentò di svegliarlo, scuotendolo gentilmente per una spalla.
«Theoderich!» chiamò a voce più alta, ma tutto quello che ne ottenne fu un borbottato: «...
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